Care socie, cari soci,
“quello che fino a qualche giorno fa sembrava inimmaginabile è accaduto”. Quello che sembrava essere un problema che doveva toccarci in maniera forse marginale riguarda adesso non solo il Paese intero, ma tutta l’Europa. L’Italia, le cui misure all’inizio erano state guardate con sufficienza da molti paesi europei, viene adesso presa a modello per contrastare e contenere l’epidemia. In questo momento il nostro pensiero va agli uomini e alle donne del nostro Servizio Sanitario Nazionale e della Protezione Civile che, con forte senso del dovere e grande abnegazione, sono in prima linea nel combattere l’emergenza, a chi ha perso un proprio caro, a quanti, come noi, e sono tanti, dalla notte al giorno si sono ritrovati, per quanto temporaneamente, senza lavoro e con la propria attività interrotta e a tutte quelle persone che pur tra enormi difficoltà continuano a svolgere la propria opera e a garantire servizi a volte essenziali.
Alcuni diritti che davamo per scontati, come la libera circolazione sul territorio, sono stati sospesi: una cosa impensabile. Improvvisamente tutto il Paese ha smesso di correre, si è fermato; ed è sceso il silenzio. Un silenzio che può e deve diventare un momento di riflessione, di pausa.
Può una piccola o grande rinuncia personale portare un beneficio alla collettività?
Essere una prova di maturità personale, civile e nazionale al tempo stesso?
Il costo sociale ed economico di questa crisi è ancora tutto da scrivere, dal momento che ancora non si sa quando il Paese potrà tornare alla normalità. Ci sarà tempo e luogo per quantificare il danno economico che il Circolo, come tante altre realtà, ha subito e non mancheremo di farvi sapere, se vorrete sostenere lo ZOO, come farlo. Ma adesso, quando ancora non sappiamo quando potremo tornare alle nostre attività e a ballare!, riteniamo che il miglior contributo che possiamo dare è quello di portare l’attenzione, la cura e la dedizione che mettiamo nel ballo nel nostro essere cittadini: dobbiamo essere di esempio, anche per le generazioni più giovani, nel pensare che la salute pubblica è un bene comune, che i comportamenti civili che stiamo adottando in questo periodo devono diventare la norma e non l’eccezione, che il Paese dove vogliamo vivere, quando l’emergenza sarà passata, è un Paese che ha alzato l’asticella della propria responsabilità civile, che è un Paese che considera la Salute un impegno quotidiano e non un diritto acquisito, che è un Paese che considera il Bene Comune come il proprio e che si impegna quotidianamente per preservarlo.
In questo momento l’aiuto che possiamo e dobbiamo dare è quello di promettere a noi stessi che quando torneremo alla nostra vita sociale ci torneremo da Cittadini migliori.
Lo ZOO